Vent’anni di aula, vent’anni di libri che mi hanno cambiata
Chi mi conosce sa quanto ami i libri. E una delle cose che apprezzo di più del mio lavoro, la necessità di circondarmi di testi dove aggiornarmi o semplicemente cercare ispirazione per le mie attività in aula.
Inoltre, mi capita spesso nei miei corsi di Formazione Formatori, che qualcuno mi chiede titoli di testi utili per il nostro lavoro.
Oggi, quindi, condiviso la mia bibliografia del Formatore.
Non è una lista accademica: è la mia, costruita nel tempo, tra corsi, notti di preparazione e viaggi in treno con lo zaino leggero.
🧠 1. Apprendimento e adulti
- Malcolm Knowles – L’educazione degli adulti. Andragogia e autodirezione
Il testo che ha cambiato il modo di concepire la formazione: gli adulti non si “istruiscono”, si accompagnano nel loro apprendimento. - Donald A. Schön – Il professionista riflessivo
Un classico imprescindibile: il concetto di reflection-in-action è la base del lavoro formativo e del feedback. - Jack Mezirow – Apprendimento trasformativo
Per chi crede che la formazione non serva solo a “sapere di più”, ma a “vedere diversamente”. - David Kolb – Experiential Learning
La teoria dell’apprendimento esperienziale che ha dato vita a molte delle metodologie attive oggi più diffuse.
💬 2. Comunicazione e relazione
- Carl Rogers – Un modo di essere
Ogni formatore dovrebbe leggere Rogers almeno una volta. È il cuore dell’ascolto empatico e dell’autenticità. - Paul Watzlawick – Pragmatica della comunicazione umana
“Non si può non comunicare”: la base per comprendere dinamiche relazionali e fraintendimenti in aula. - Marshall Rosenberg – Le parole sono finestre (oppure muri)
L’approccio della Comunicazione Nonviolenta: utile per gestire conflitti, obiezioni, feedback difficili.
💡 3. Metodologia didattica e progettazione
- Robert Mager – Come definire gli obiettivi didattici
Un piccolo manuale che insegna a scrivere obiettivi chiari e misurabili. - Duccio Demetrio – L’educazione interiore
La riflessione autobiografica come strumento di apprendimento. Un must per chi lavora con scrittura e consapevolezza. - Antonio Calvani – Manuale di tecnologie dell’educazione
Per comprendere come integrare strumenti digitali e metodologie didattiche innovative. - Guy Le Boterf – Costruire le competenze individuali e collettive
Fondamentale per chi progetta formazione nelle organizzazioni e nei contesti professionali.
❤️ 4. Intelligenza emotiva e crescita personale
- Daniel Goleman – Intelligenza emotiva
Un punto di svolta: la consapevolezza emotiva come competenza chiave per ogni formatore. - Travis Bradberry e Jean Greaves – Emotional Intelligence 2.0
Strutturato, pratico e utile per chi vuole lavorare sull’autovalutazione e sullo sviluppo personale. - Brené Brown – La forza della fragilità
Un libro che ricorda quanto vulnerabilità e autenticità siano strumenti potenti anche in aula.
🧭 5. Orientamento, motivazione e soft skills
- Richard Boyatzis – Il manager emotivo
Per chi lavora su leadership e sviluppo delle competenze relazionali. - Robert Dilts – I livelli logici del cambiamento
Per comprendere come accompagnare le persone nei processi di trasformazione e apprendimento. - Stephen Covey – Le 7 regole per avere successo
Un classico della crescita personale che insegna l’autoefficacia, il tempo, la proattività. - Carol Dweck – Mindset. Cambiare forma mentis per raggiungere il successo
Il growth mindset come chiave per motivare sé stessi e i propri allievi.
🌱 6. Narrazione, creatività e apprendimento esperienziale
- Jerome Bruner – La cultura dell’educazione
Bruner ci ricorda che imparare è costruire significato, non solo accumulare informazioni. - Ken Robinson – L’elemento
Trovare la propria passione e trasformarla in talento: un libro che ogni educatore dovrebbe avere in borsa. - Peter Senge – La quinta disciplina
Per comprendere il concetto di “apprendimento organizzativo” e di pensiero sistemico.
✏️ Conclusione
Questa lista non è un punto d’arrivo, ma una mappa.
Ogni formatore dovrebbe aggiornare la propria biblioteca almeno una volta l’anno, cercando testi nuovi, ibridando discipline, contaminando saperi.
Perché formare significa continuare a formarsi.
E ogni buon formatore, in fondo, resta sempre un allievo curioso.


