𝙀𝙙 𝙞𝙢𝙥𝙖𝙧𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙖𝙫𝙚𝙧 𝙥𝙖𝙪𝙧𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙪𝙧𝙖…

Giornale milanese libera, tra un’aula e un’altra.
E stamattina mentre passeggiavo nel sole luccicante di questa città che mi sorprende sempre, ho pensato alle prime trasferte della mia vita.

Mi ricordo benissimo, 15 anni fa. Avevo il primo lavoro importante. Bello e impegnativo. E nel giro di poche settimane mi ritrovai a fare le valigie e organizzare una serie di trasferte consecutive.

𝙎𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙖𝙣𝙘𝙤𝙧𝙖 𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙪𝙧𝙖.
Quasi paralizzante.

𝘿𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙡𝙩𝙚𝙯𝙯𝙖.
𝘿𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙖𝙥𝙚𝙧 𝙜𝙚𝙨𝙩𝙞𝙧𝙚 𝙜𝙡𝙞 𝙞𝙢𝙥𝙧𝙚𝙫𝙞𝙨𝙩𝙞.
𝘿𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙖𝙗𝙗𝙖𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙥𝙖𝙧𝙖𝙩𝙖.
𝘿𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙖𝙥𝙚𝙧 𝙨𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙙𝙖 𝙨𝙤𝙡𝙖.
𝙀 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙧𝙚𝙨𝙩𝙤…

15 anni dopo, cosa è cambiato per me?

Ho imparato a viaggiare da sola, scoprendo la bellezza del nostro Paese e l’importanza dell’avere del tempo per se stessi.
Che 𝙣𝙤𝙣 𝙚̀ 𝙨𝙤𝙡𝙞𝙩𝙪𝙙𝙞𝙣𝙚 𝙢𝙖 𝙨𝙥𝙖𝙯𝙞𝙤 𝙥𝙧𝙚𝙯𝙞𝙤𝙨𝙤 𝙙𝙖 𝙙𝙞𝙛𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙚 𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖𝙧𝙚.

Ho imparato a 𝙛𝙞𝙙𝙖𝙧𝙢𝙞 𝙙𝙞 𝙢𝙚, 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙤 𝙚 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙤.

Ho capito che 𝙞𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙣𝙤𝙣 𝙢𝙞 𝙘𝙝𝙞𝙚𝙙𝙚 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧𝙛𝙚𝙩𝙩𝙖, 𝙢𝙖 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙢𝙚 𝙨𝙩𝙚𝙨𝙨𝙖 𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚𝙧𝙘𝙞 𝙩𝙚𝙨𝙩𝙖, 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙨𝙤𝙜𝙣𝙞.

Ho scoperto realtà sorprendenti, che ancora oggi mi lasciano a bocca aperta.

Ho sviluppato 𝙡’𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙞𝙢𝙥𝙧𝙤𝙫𝙫𝙞𝙨𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 cercando di ricordarmi di non sottovalutare nulla. (𝙎𝙞 𝙥𝙪𝙤̀ 𝙞𝙢𝙥𝙧𝙤𝙫𝙫𝙞𝙨𝙖𝙧𝙚 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙙𝙤𝙥𝙤 𝙪𝙣’𝙖𝙩𝙩𝙚𝙣𝙩𝙖 𝙥𝙞𝙖𝙣𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚).

Ho capito che per fare il mio lavoro 𝙚̀ 𝙞𝙢𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙫𝙞𝙫𝙚𝙧𝙚 𝙖𝙥𝙥𝙞𝙚𝙣𝙤, 𝙥𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙞𝙣 𝙖𝙪𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖 𝙘𝙝𝙞 𝙨𝙚𝙞. Non (solo) quello che sai.

E poi?

Poi 𝙧𝙞𝙙𝙤 𝙢𝙤𝙡𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙥𝙞𝙪̀, soprattutto di me e in generale della vita.
So più cose, ho studiato di più, letto più libri.
Ma soprattutto so di aver affrontato la parte più “incasinata” di me. 🤐

𝗠𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗲̀ 𝗿𝗶𝗺𝗮𝘀𝘁𝗮 𝘂𝗴𝘂𝗮𝗹𝗲.
𝗟𝗮 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮.

Che poi alla fine è una paura bella, alla quale mi sono affezionata negli anni.

La difendo, la rivendico.

Io sono anche le mie paure.

E mi tremerà la voce, e diventerò rossa (non è una battuta) e sbaglierò qualcosa.

E va bene così.
E penso agli occhi che incontrerò domani.
E lo so che hanno paura anche loro.